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#nellecasedeglialtri - 01

7/1/2017

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Nelle case degli altri la vita è più semplice
Perché possiamo eliminare tutti i dettagli inutili e affidarci all'unico senso che davvero conta: l'immaginazione.

1 Torino, corso Trieste 19
Per esempio: in questa stanza da letto, in un appartamento sul corso Trieste, a Torino, in preda a un bisogno di verità mai provato prima in tutta la sua vita, Carlo Faiella ha guardato sua moglie nell'istante esatto in cui lei è uscita dal bagno per entrare nel letto e le ha detto a bruciapelo:
"Non ti ho mai amata."
La moglie, la signora Maria Antonietta Faiella, proprietaria di due negozi di gioielleria e attualmente in procinto di investire il 50% dei suoi risparmi in un ristorante che regalerà al figlio, si è semplicemente fermata nel punto esatto in cui si trovava e l'ha fulminato con gli occhi. Ma il suo non era esattamente uno sguardo di rimprovero, e nemmeno lo sguardo di qualcuna che avesse ricevuto un colpo tremendo. Era molto semplicemente uno sguardo curioso.
E così Carlo ha continuato:
"Ma ci ho provato, sopratutto nei primi due anni di matrimonio. Volevo davvero innamorarmi di te, ma niente, non so perché non ci riuscivo mai. Mi sono confidato con qualche amico, ho chiesto a loro come facessero ad amare le loro donne, e sai cosa ho scoperto? Che nemmeno loro erano esattamente innamorati. Si erano per lo più abituati all'idea della persona che avevano accanto. E allora, Maria Antonietta, ho capito qual è la tremenda verità di noi uomini, e perché effettivamente voi avete ragione nello schifarci. Noi uomini mentiamo spudoratamente. A tutti. Amici, colleghi, mogli... e mi sa che mentiremo pure al Padre Eterno quando ce lo troveremo di faccia nell'altro mondo. capita questa cosa, io mi sono rassegnato Nietta. E ora che ti devo dire? Se vuoi il divorzio e mandarmi affanculo, io non ho niente da obbiettare."
Finite queste parole Carlo si è slacciato l'orologio dal polso, l'ha rimesso nel cassetto del comò accanto al letto, e si è sciolto con un gesto plateale il nodo della cravatta, ma lasciandola attorno al collo. Maria Antonietta Faiella ha aperto l'anta dell'armadio, ha scavato in un cassetto alla ricerca di qualcosa che però non ha trovato e ha deciso a quel punto che era il momento di andare a dormire.
Si è sistemata nella sua metà di letto, e ha guardato il marito.
"Non vieni a letto?"
Carlo si è tolto la camicia e i pantaloni.
"Questo solo devi dirmi? Non sei arrabbiata?"
"No."
"No? E perché non sei arrabbiata Nietta?"
"Se vieni a letto te lo dico."
E così Carlo senza infilarsi il pigiama si è adagiato sotto lenzuola e piumone, e ha guardato la moglie.
"Vedi Carlo, non sono arrabbiata per due motivi. Il primo è che non bisognerebbe mai mostrarsi irascibili con chi ha avuto il coraggio della sincerità. Sarebbe un gesto davvero meschino. Tu sai bene quanto detesti quello scassapalle di nostro figlio quando si mette  a fare l'elenco delle sue bugie quotidiane per giustificare il fatto che non sa fare nulla e che pure questa idiozia del ristorante sarà l'ennesima sciagura economica della nostra vita. Per questo un poco mi conforta sapere che forse pure per lui c'è una minima speranza di redenzione, visto che lui è davvero sangue del sangue, in tutto e per tutto. Ma più di tutto Carlo, non mi arrabbierò perché nella tua inconfutabile sete di verità te n'è sfuggita un'altra di verità, ancora più evidente e per questo più difficile da afferrare, quasi per tutti."
"Ah sì?, e quale sarebbe?"
"Che se è vero che gli uomini mentono con tutti, e soprattutto con le donne, è altrettanto vero che noi donne mentiamo con noi stesse. Ci convinciamo di aver trovato il principe azzurro quando semplicemente siamo stanche di continuare l'inutile fatica della ricerca. Carlo, il mondo è una cosa estremamente semplice, inutile ammazzarsi la testa di pensieri. Le persone mentono: gli uomini alle donne, e le donne a se stesse. Ed è per questo che ogni tanto, riusciamo perfino a essere felici. E ora spegni la luce che domani mattina devo vedere quell'altro genio dell'architetto."
Maria Antonietta Faiella, nel chiudere gli occhi e voltarsi su un fianco, sente tutta l'esitazione del marito, rimasto paralizzato da questa sua reazione, e ancora indeciso su quale sia la cosa giusta da aggiungere o da fare. E allora decide che non è giusto mantenerlo in quella sospensione, e con un filo di voce già leggermente impastato di sonno, glielo dice:
"Si Carlo, nemmeno io ti ho mai amato."
E nel buio che segue, le viene persino da sorridere, perché si domanda se stia mentendo adesso, o se abbia mentito fino ad adesso. Ma questa è una di quelle cose che non risolverà mai. E fino all'ultimo dei suoi giorni Carlo Faiella, quarantacinquenne con troppa pancia e un passato da giocatore di tennis, glielo chiederà a cadenza regolare: ma tu davvero non mi hai mai amato?

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